Gessi, come tutti, amava scherzare. Per chi non lo conosceva, a volte, poteva fare anche una certa impressione. Un’estate arrivarono in Tidone due amici dello zio Esilio. Si presentarono come due Fisarmonicisti. La compagnia aveva già l’orchesta “ufficiale”, il famoso TRIO, ma sembra che questi due personaggi si volessero integrare ad esso. Durante le prove di “accordatura” si racconta che a Gessi (batterista) scappò leggermente la pazienza insieme a questa frase in dialetto: Alura….suniv o av sonia mi???? (Allora…. suonate o Vi suono io???). Il” Vi suono io” era stato interpretato come una vera e propria minaccia così i due signori rimasero alquanto scossi…poi naturalmente si risolse tutto con una buona bevuta in compagnia.
Interno della corriera. Probabilmente si stava festeggiando un Capodanno. Lo si immagina dal “magnum” fra le mani di Barbis….si contano 6 persone….le bottiglie e bottiglioni vuoti sono molti di più…nessuna traccia di acqua…o forse era piena l’unica caraffa in primo piano.
Da sinistra si riconoscono: Giulio, Emilietto, Barbis, Giulianino e Brunetto.
Sotto il porticato. Da sinistra: Anna, Marco, Teresa, Mirella…alle loro spalle vigilava Gramigna
Deve essere successo qualcosa di strano a Barbis…la faccia sembra sporca di cioccolata…le espressioni divertite delle persone intorno a lui confermano che la foto è stata scattata “cogliendolo sul fatto” . Ho chiesto a Gessi: “Cosa avete fatto a Barbis???”
Risposta di Gessi: “ Cosa si è fatto Lui...noi non centriamo niente!!!”
Sempre sotto il porticato si riconoscono : Ortensia, Teresina, Anna con in braccio la nipote Paola e Mirella…..due bei bicchieri pieni di vino rosso in “pole position”.
Barbis a capo tavola…fuori dal porticato verso il torrente. Alle sue spalle Gessi intento a costruire un nuovo “spalaver”. Questo tipo di rete era indispensabile per la pesca “rapida ed abbondante”. Non tutti però erano in grado di saperlo usare. Questo “attrezzo”( rigorosamente proibito) veniva lanciato in modo che si aprisse a “ruota”. Intorno alla sua circonferenza si trovavano dei pesi di piombo in modo che… cadendo in acqua e non…la rete catturava tutto ciò che si trovava al di sotto. In teoria ed anche in pratica si poteva catturare di tutto …dalla selvaggina ….alle persone.
Negli anni 90 arrivarono nuovi soci, ma la compagnia, anche se rinnovata, per vari motivi cominciava a venir meno. Vennero a mancare Fiorello Fortunati, Elio Gramigna, Angelo Modenesi, Gino Brambilla , Gianni Capelli, Nino Pisaroni, Brunetto Bongiorni, Marco Montanari, Giacinto Modenesi ed altri che per sopraggiunti motivi di salute non poterono più frequentare la baracca.
Il luogo non venne mai abbandonato totalmente, infatti, ancora oggi, la meta “vecchia corriera” per parecchie persone di Rottofreno rimane negli itinerari preferiti.
Uno di questi affezionati è Pietro Frattola che ormai in pensione, in occasione della scomparsa di Gino Brambilla, scrisse questa poesia dialettale:
A GINO BRAMBILLA:
I rintuc dill campan, i ricord ill fadig I rintocchi delle campane, i ricordi le fatiche
I s’issnoccian in si serbi ad Tidon… Si inginocchiano sul terreno non coltivato di Tidone
Duv’era fiuri la vita Dov’era fiorita la vita
Sutt i ragg scutteit dal sul Sotto i raggi incandescenti del sole
È pasà la scarmana E’ passato un fulmine
E in dal ciel restan sultant negar nuvlon…. E nel cielo restano solo nuvole nere
Andà via quand fiurisan i rubili Andar via quando fioriscono le robinie
Quand al meral al vula ad nascost Quando il merlo vola di nascosto
Cun strat in dal becc al bucon Con stretto nel becco il boccone
L’ha d’iess dura Ginu Deve essere dura Gino
Lassà chimò tutt cos, andà inas a ritrus Lasciare qui tutto per andare avanti a ritroso
E spetà l’atar cun calma e passieinsa E aspettare l’altro con calma e pazienza
Seisa stivai, dadlà da Tidon………. Senza stivali sull’altra riva di Tidone.
Sempre in questo periodo arrivò in “ baracca” anche Felice Lucchini di S.Nicolò. Era un signore di stazza “robusta” e veramente bravo in cucina. Per diversi anni prese parte al prestigioso concorso Piacentino “ La supera d’argint” finchè, credo verso la metà degli anni 90, riuscì a raggiungere l’ambito trofeo. Questo traguardo lo riempì di soddisfazione e fu allora che sempre Pietro Frattola scrisse la seguente poesia appunto dedicata agli “amici del Tidone”:
La baracca” era stata messa anche come punto di riferimento in vari itinerari del luogo e spesso veniva usata come punto di ristoro dagli appassionati di footing, mountain bike e trekking.
A questo proposito uscì anche un articolo su LIBERTA’ nell’anno 2000 che raccontava appunto la storiella degli Amici del Tidone segnalando la loro sede come un luogo tranquillo dove poter sostare senza uscire dal territorio di Rottofreno.
Purtroppo negli ultimi anni diversi mal intenzionati, drogati e ragazzotti con poco cervello hanno fatto parecchi danni alla struttura.
Lo zio Ersilio, penso ormai il più assiduo frequentatore, si dedica a tenere in piedi tutto quanto. Ha provveduto con l’aiuto di qualche altro “affesionados”ad aggiustare il “sanboggio” in ghisa rotto parecchie volte, ha sostituito con materiale plastico i finestrini della corriera mandati in frantumi da chissà chi, ha sostituito lamiere…insomma…sta tenendo insieme “la baracca”.
Comunque, non così frequentemente come prima, alcuni nostalgici ci tornano ancora soprattutto nei mesi estivi.
Nelle afose domeniche d’estate, ancora oggi, non è difficile trovare chi preferisce cucinare qualcosa al fresco dell’ormai folta vegetazione che ricopre “la baracca” che mettersi in coda in autostrada per raggiungere le sempre più affollate spiagge marittime.
Quest’anno il “corrierone” è stato meta di turisti per ben due volte, cioè durante i due “tour delle cascine” organizzati con trattori d’epoca: il primo il 22 maggio 05 e il secondo il 4 settembre 05. In entrambe le manifestazioni “la baracca”si è rivelata ottimo posto di ristoro e punto, strategicamente importante, di riferimento.
L’articolo su “LIBERTA’” uscito lunedì 4 settembre 2000 ( Zio Ersilio e Marino Carrà in foto)
22.05.2005 Ersilio davanti alla vecchia sede degli amici del Tidone, ormai ricoperta dalla vegetazione, durante una pausa del” tour delle cascine” della bassa valtidone, organizzata con vecchi trattori d’epoca . “La baracca” anche in questa occasione si è rivelata un posto di ristoro per i trattoristi molto apprezzata: merenda con pane e salame e buon vino rosso.